martedì, dicembre 24

Amicizia, una nuova primavera di valori, con l'aiuto di uno Zero per un Natale sereno. Per chi lo vorrà.


In questo Natale italiano abbastanza triste è difficile fare gli auguri, magari usando la parola felicità. Meglio la serenità, forse, meno forte ma più significativa. Siamo vissuti per quasi 30 anni in una bolla in cui ci hanno fatto credere che la felicità poteva essere comprata. Si iniziò negli anni ’80 con un piumino ed un paio di scarpe, abbiamo finito con i palmari di ultima generazione. Tutto è servito a bloccare lo sviluppo dei cervelli, non farli fermare a pensare, altrimenti c’è sempre il rischio che qualcuno si possa legittimamente incazzare. A Siena insieme ai beni di consumo ci hanno fatto anche credere di essere in un’isola felice ed invulnerabile. La cronaca e la storia di questi giorni, purtroppo, sarà ricordata anche fra mille anni. Compresi i grandi tradimenti dei quali noi che abitiamo a Siena siamo stati le vittime, non certamente i carnefici, come qualcuno vorrebbe far passare.
Adesso molti sono rimasti orfani della felicità, anche perché non sono mai stati abituati a doverla cercare oppure mai si erano posti il problema che potesse essere qualcosa di diverso da quello che toccavano. La loro felicità era a portata di mano nei beni di consumo ed in generale nel panem et cirsenes italico. Non sono io il miglior esempio di persona lontana dai beni materiali, tutt’altro, ma almeno quando mi affeziono ad un oggetto lo faccio con la consapevolezza che facendo una cavolata inutile. Una scusante? Forse no, anzi spero di si!
Il binario dei beni materiali non porta infatti da nessuna parte se non all’insoddisfazione perpetua, visto che sarà sempre una corsa a qualcosa che non si ha e che si vorrebbe avere. Il binario della “bellezza”, pur essendo anch’esso infinito, porta invece alla serenità. Se fossero due rette una sarebbe orizzontale mentre l’altra, quella della bellezza, sarebbe sicuramente verticale, puntata verso l’alto.
Per questo il miglior augurio che posso fare in questo Natale a tutti è di proseguire nella ricerca della “bellezza”, quella soggettiva, che se raggiunta può dare anche la serenità. Non esiste una ricetta per farlo ed è giusto che ognuno lo faccia come meglio crede, se lo vorrà. Dopo tutto non è un obbligo essere felici. E’ una scelta anche voler stare da soli, isolarsi e stare male. Ha la stessa dignità del pranzone familiare o con gli amici. Ognuno ha il diritto soggettivo di scegliere la propria strada e quello che fare della propria vita, senza condizionamenti o stereotipi di comportamento da seguire.
Ai miei amici auguro questo. Di poter scegliere e nella scelta di seguire la via della serenità. Loro sanno che ci sono ci sarò sempre. Non sono costante ed alle volte sparisco, ma loro sanno che ci sono sempre. L’amicizia, sempre usando la metafora delle rette, non si misura con la lunghezza del tempo che si trascorre insieme o dalla frequenza delle telefonate, ma dalle altezze che insieme si toccano. In amicizia ho sbagliato molto, come tutti del resto. Mi piace anche chiedere scusa quando mi rendo conto di aver sbagliato, oppure quando va fatto pur sapendo di aver ragione. Se gli amici passano vuol dire che amicizia vera non era, ma si trattava di mera convenienza, almeno da una parte, se non bastano neppure le scuse. L’amicizia deve andare oltre e sopra a tutto. In questo Natale voglio dunque dedicare un pensiero a tutti i miei amici, quelli veri, che sento spesso oppure poco, ma che quando ci vediamo è come se ci fossimo lasciati cinque minuti prima. Buon Natale a tutti loro, buon Natale anche a chi di amici ne ha pochi, per sua scelta o perché... è andata così. Buon Natale con una canzone di Renato Zero che mi piace molto. Si chiama "Cercami" (testo Renato Zero, musica Renato Zero e Gianluca Podio).


Cercami
come quando e dove vuoi
cercami
è più facile che mai
cercami
non soltanto nel bisogno
tu cercami
con la volontà e l'impegno...rinventami!
Se mi vuoi
allora cercami di più
tornerò
solo se ritorni tu
sono stato invadente
eccessivo lo so
il pagliaccio di sempre
anche quello era amore però...
Questa vita ci ha puniti già
troppe quelle verità
che ci son rimaste dentro...
Oggi che fatica che si fa
come è finta l'allegria
quanto amaro disincanto...
Io sono qui
insultami,feriscimi
sono così
tu prendimi o cancellami...
Adesso si
tu mi dirai che uomo mai...ti aspetti.
Io mi berrò
l'insicurezza che mi dai
l'anima mia
farò tacere pure lei
se mai vivrò
di questa clandestinità per sempre...
Fidati
che hanno un peso gli anni miei
fidati
e sorprese non avrai
sono quello che vedi
io pretese non ho
se davvero mi credi
di cercarmi non smettere no...
Questa vita ci ha puniti già
l'insoddisfazione è qua
ci ha raggiunti facilmente...
così poco abili anche noi
a non dubitare mai
di una libertà indecente
io sono qui
ti servirò ti basterò
non resterò
una riserva, questo no...
Dopo di che
quale altra alternativa può...salvarci!
Io resto qui
mettendo a rischio i giorni miei
scomodo si
perché non so tacere mai...
Adesso sai
senza un movente non vivrei..comunque.
Cercami...cercami...non smettere