Una delle cose più difficili per tutti è capire quando
arriva il nostro personale 1 gennaio, il primo giorno dell’anno che possa
significare ripartenza, vita nuova o ritorno a ciò che di buono abbiamo fatto. L’importante
è capire che non si tratta di una corsa a tempo, dove chi parte o arriva primo
vince qualcosa. Ognuno di noi ha i suoi (comunque meravigliosi) tempi.
La società, tutto quanto è attorno a noi, ci obbliga ad una
ripartenza personale e come tale non può essere delegata, ma realizzata in
prima persona, nei tempi e nei modi che soggettivamente ognuno vorrà, sempre
che lo decida.
Bellissimo è il dialogo fra Lello Arena e Massimo Troisi nel
film “Ricomincio da tre”. Grazie a Wikipedia le fantastiche parole tra i due sono
in rete:
Gaetano: Io dimane parto. Cioè dimane me ne vaco a Firenze,
addu, addu zia Antonia...
Lello: E 'nata vota Firenze, e 'nata vota zia Antonia, e poi nu parti mai.
Gaetano: Cioè, se ti sto dicendo che parto, parto... e poi me ne vaco Rafè, nu ci'a faccio cchiù! Cioè, chello che è stato è stato, basta! Ricomincio da tre!
Lello: Da zero!
Gaetano: Eh?
Lello: Da zero! Ricominci da zero!
Gaetano: Nossignore, ricomincio da... cioè, tre cose me so' riuscite ind'a vita, pecchè aggià perdere pure cheste?! Aggià ricominciare da zero?! Da tre!... Me ne vaco, nun ci'a faccio cchiù...
Lello: Gaeta', chi parte sa da che cosa fugge, ma non sa che cosa cerca.
Gaetano: Cioè cumm'è 'sta cosa? Chi parte...
Gaetano e Lello: Sa da che cosa fugge ma non sa che cosa cerca.
Gaetano: Azz è bella, 'o ssaje? L'hai fatta tu? Pari scemo tu eh, e invece..
Lello: E 'nata vota Firenze, e 'nata vota zia Antonia, e poi nu parti mai.
Gaetano: Cioè, se ti sto dicendo che parto, parto... e poi me ne vaco Rafè, nu ci'a faccio cchiù! Cioè, chello che è stato è stato, basta! Ricomincio da tre!
Lello: Da zero!
Gaetano: Eh?
Lello: Da zero! Ricominci da zero!
Gaetano: Nossignore, ricomincio da... cioè, tre cose me so' riuscite ind'a vita, pecchè aggià perdere pure cheste?! Aggià ricominciare da zero?! Da tre!... Me ne vaco, nun ci'a faccio cchiù...
Lello: Gaeta', chi parte sa da che cosa fugge, ma non sa che cosa cerca.
Gaetano: Cioè cumm'è 'sta cosa? Chi parte...
Gaetano e Lello: Sa da che cosa fugge ma non sa che cosa cerca.
Gaetano: Azz è bella, 'o ssaje? L'hai fatta tu? Pari scemo tu eh, e invece..
Siamo già arrivati quasi alla metà di gennaio ed ancora devo
tornare in bici, devo ripartire per smaltire i chili invernali e soprattutto
capire quale sarà la prossima meta. Ma di questo ovviamente (e giustamente) non
frega proprio niente a nessuno. Per i buzziconi che aspettano sempre il ”lunedì
che verrà” il Dies Natalis Solis Invicti, il giorno in cui la luce ha iniziato a prendere il
sopravvento sulla notte, quest’anno è
caduto il 22 dicembre. E’ questa la data spartiacque, il giorno in cui
dovrebbero finire gli alibi o altro e ripartire. Purtroppo mi sono attardato a
tavola, anzi su molte tavole, e poco sulle due ruote o in palestra. E’
tramontata, anzi rimandata, la preparazione per fare una maratona.
Ma questa visione in apparenza pessimistica
non può e non deve essere esaustiva di tutto. “Ricomincio da tre”, verrebbe
voglia di dire. Poi una volta partito capirò quali siano queste tre cose, se
ancora non le avessi chiare. Anche il nostro mondo, la nostra Italia e la
nostra Siena avrebbero bisogno di ripartire, ma non so se siano rimaste tre
cose "salvate", tali da poter essere considerate basi di partenza. Oppure ce ne sono ancora talmente tante
che basterebbero per far ripartire tutto almeno tre volte.
Non mi riferisco a nulla in particolare.
Ognuno tragga le proprie conclusioni. Di fatto devo riprendere presto la bici,
non solo metaforicamente parlando. So bene che per almeno quattro o cinque
uscite tornerò a casa con la nausea, una fatica totale dovuta ai tre mesi di
non pedalate. Ma so bene che dopo starò meglio, che le gambe gireranno più
agili sulle salite, potrò rialzare la testa dalla strada e guardare il mondo
che mi circonda pedalando.
Cammino di Santiago, Italia oppure Siena
tutte le strade si somigliano. La bellezza non ha casa, ma è ovunque, basta
saperla vedere e non consentire ad altri, ma anche alla nostra inedia, di
tenerla nascosta. Avere un nostro percorso è fondamentale, perché la ricerca di
ciò che vogliamo e della nostra “bellezza” non possiamo delegarla, né affidarla
al copia-incolla dei modelli che ci impongono, sotto tutti i punti di vista.
A questo proposito è ancora speciale il
grande Massimo Triosi, una persona speciale che ci ha lasciato tante cose nel
pochissimo tempo in cui è stato fra noi. E’ Gaetano (Massimo Triosi), che parlando
con Marta cita Lello Arena pensando che la frase da lui pronunciata fosse stata
pensata proprio da lui.
Marta: Senti, ma come mai sei venuto via da Napoli?
Gaetano : Ma sai, in fondo in fondo, sai: chi parte sa da cosa fugge ma non sa che cosa cerca.
Marta : Ma che fai, parli con le frasi degli altri?
Gaetano : Perché, conosci a Lello, tu?
Marta : E chi è Lello?
Gaetano : Lello Sodano, chillu là bassino, 'nu poco... cu 'na faccia tene 'nu... cioè la frase che hai detto...
Marta :E’ di Montaigne!
Gaetano : Ma sai, in fondo in fondo, sai: chi parte sa da cosa fugge ma non sa che cosa cerca.
Marta : Ma che fai, parli con le frasi degli altri?
Gaetano : Perché, conosci a Lello, tu?
Marta : E chi è Lello?
Gaetano : Lello Sodano, chillu là bassino, 'nu poco... cu 'na faccia tene 'nu... cioè la frase che hai detto...
Marta :E’ di Montaigne!
Il film finisce con la scena di Gaetano (Massimo) che parla
con Marta del figlio avrà, del quale non conosce il padre con certezza. Massimiliano
oppure Ugo, ricordate? Gaetano aveva voglia di ripartire, proprio con Marta e
Ciro, il bambino che forse non era suo, ma era comunque un figlio, un punto di
partenza.
Gaetano: Perché
Massimiliano... Per esempio, questo ragazzo sta vicino alla mamma... questo
ragazzo si muove per andare a qualche parte? La mamma prima di chiamare
Mas-si-mi-lia-no, il ragazzo già chissà dove è andato, chissà cosa sta facendo!
Non ubbidisce, perche è troppo lungo!
Invece Ugo, quello come sta vicino alla mamma e sta per muoversi: Ugo! Il ragazzo non ha nemmeno il tempo di fare un passo. Ugo!, e deve tornare per forza, perche lo sente, il nome.
Al massimo, proprio... ecco... volendo lo potremmo chiamare Ciro. È più lungo, ma proprio per non farlo venire troppo represso... Però Ciro tiene il tempo di prendere un poco d'aria... ".
Invece Ugo, quello come sta vicino alla mamma e sta per muoversi: Ugo! Il ragazzo non ha nemmeno il tempo di fare un passo. Ugo!, e deve tornare per forza, perche lo sente, il nome.
Al massimo, proprio... ecco... volendo lo potremmo chiamare Ciro. È più lungo, ma proprio per non farlo venire troppo represso... Però Ciro tiene il tempo di prendere un poco d'aria... ".
Arrivati in fondo dovrebbe essere il momento della morale,
la sintesi di tutto. E bene non c’è nessuna morale o sintesi da fare.
L’importante è ricominciare, poi se “Ricomincio da tre” meglio, se “Ricominci
da te” meglio ancora.
C'è una poesia di Massimo Triosi, che ritengo straordinaria. L'ha ben cantata il suo amico Pino Daniele.
O' ssai comme fa o' core
Testo originale in napoletano
Tu stive 'nzieme a n'ato
je te guardaje e primma 'e da' 'o tiempo all'uocchie pe' s'annammura' già s'era fatt' annanze 'o core. A me, a me 'o ssaje comme fa 'o core quann' s'è annamurato. Tu stive 'nzieme a me je te guardavo e me ricevo comm' sarrà successo ca è fernuto ma je nun m'arrenn' ce voglio pruva'. Poi se facette annanze 'o core e me ricette: "Tu vuoje pruvà? E pruova, je me ne vaco!" 'O ssaje comme fa 'o core quann s'è sbagliato. |
Lo sai come fa il cuore
Traduzione in italiano
Tu stavi insieme a un altro
io ti guardavo
e prima di dar tempo agli occhi
di innamorarsi
già s'era fatto innanzi il cuore.
A me, a me
lo sai come fa il cuore
quando s'è innamorato.
Tu stavi insieme a me
io ti guardavo e mi dicevo
come sarà successo che è finita
ma io non mi arrendo
ci voglio provare.
Poi si fece avanti il cuore
e mi disse:
"Tu vuoi provarci?
E prova, io me ne vado!"
Lo sai come fa il cuore
quando s'è sbagliato.
|