venerdì, marzo 30

Tre giorni sul Cammino di San Benedetto, da Norcia a Leonessa, passando per Cascia

Sotto un articolo che ho pubblicato sul Corriere di Siena, a proposito di una cosa che abbiamo fatto assieme ad altri cinque grandi amici. 
Buona lettura, se lo vorrete...
Qui una raccolta di immagini.
https://youtu.be/2ZRIWybCsBw

Lello
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Circa un anno fa una lunga catena di solidarietà legò Siena con le zone colpite dal terremoto nel centro Italia ed in particolare con Cascia, dove le diciassette contrade si alternarono per mesi nella cucina del campo delle Misericordie. L’opera di tantissimi senesi non fu né banale, né semplice ed a distanza di oltre un anno il ricordo nella popolazione di Cascia è ancora fortissimo ed indelebile. Nel cratere dove il sisma ha colpito più duro le macerie sono sempre presenti, così come le “new town” fatte di casette prefabbricate sono un monito ed un richiamo al dovere della ricostruzione, per confermare ad un popolo forte e fiero tutta la dignità che merita. Per il resto il turismo è ripartito, le attività commerciali, dove necessario, si sono trasferite nelle zone sicure e la popolazione, con le difficoltà immaginabili, cerca di fare una vita più “normale” possibile. Il miglior modo di stare loro vicini non è certamente rilanciare un post su Facebook o su Istagram in occasione di qualche anniversario, ma andare fisicamente da turisti in queste terre straordinarie, proprio come accadeva prima del sisma. Le attività ricettive sono sempre bellissime, pienamente in funzione e pronte a ricevere gli ospiti per la stagione 2018, che si annuncia già carica di entusiasmo e di speranza. Nella quasi totalità dell’Umbria tutto è come prima ed anche realtà colpite parzialmente come Cascia o Norcia sono prontissime a ricevere gli ospiti con la professionalità e la qualità di sempre.

Un poco per questo motivo, un poco per un fioretto fatto prima della vittoria dello scorso luglio a Santa Rita, un gruppo di Giraffini, compreso chi vi scrive, è tornato nelle zone dove lo scorso anno furono impegnati con tegami, bollitori e gli zinali da cucina. Questa volta la fatica è stata certamente diversa, visto che Simona Borgianni, Sara Cafarelli, Guido Guiggiani, Alessandro Ierardi e Nicoletta Senesi hanno percorso a piedi i 50 km del cammino di San Benedetto che separano Norcia da Leonessa, facendo tappa ovviamente a Cascia. In generale quando arrivano sei persone a piedi e con lo zaino in spalla la prima domanda che viene loro rivolta è sempre: “Da dove venite”. Ogni volta che gli abitanti di Cascia sentono pronunciare la parola Siena l’empatia rinasce ancora più forte, se possibile, dello scorso anno, quando nelle cucine del campo ogni giorno risuonava metaforicamente il canto della Verbena. L’Umbria e Cascia non hanno dimenticato quello che i senesi hanno fatto nel momento del loro bisogno più grande. Non lo dimenticheranno mai, perché il popolo umbro è fatto di gente schietta e sincera, cresciuta in mezzo alle difficoltà e sa bene cosa vogliono dire le parole lavoro, dignità ed aiuto. Non dimenticherà mai il sindaco di Cascia, che, saputo dell’arrivo, ha voluto salutare personalmente i sei giraffini, che per una volta al collo non avevano solo il fazzoletto bianco e rosso, ma idealmente quello bianco e nero della Balzana, ambasciatori inconsapevoli della città intera. Nei bar o nei ristoranti l’accoglienza è sempre la stessa: “Siete di Siena? Ci siete stati vicini e per noi sarete sempre speciali”. E’ difficile riuscire a pagare anche un caffè a Cascia, quando chi è dietro il banco del bar realizza che davanti ha le persone che un anno prima preparavano pranzo e cena per loro e le loro famiglie. Le ricostruzioni giornalistiche di questi giorni, i festini e quant’altri gettano fango su un’intera città e non sui singoli colpevoli, per questa gente non conta. Per loro il popolo di Siena è quello dei diciassette rioni che si sono alternati ai fornelli, generosamente e liberamente, quando il freddo tagliava la pelle e l’unica casa era una tenda.

Non c’è la certezza che esista qualcosa al di là del quotidiano e della vita, ma se esistesse veramente le coincidenze ed il sottile filo rosso che ha legato Santa Rita, Cascia, la Giraffa e la vittoria dello scorso luglio sono a dir poco impressionanti, tali da mettere in difficoltà anche lo scettico più incallito. Ma questa è un’altra storia, certamente insignificante rispetto alle difficoltà che ha affrontato il popolo umbro, ma con almeno il piccolo merito di aver contribuito a tenere viva l’attenzione su queste straordinarie e bellissime terre.



Cantico delle creature (San Francesco)

Altissimu, onnipotente, bon Signore,
Tue so' le laude, la gloria
e l'honore et onne benedizione.
Ad Te solo, Altissimo, se konfane,
e nullu homo ène dignu Te mentovare.

Laudato si', mi' Signore,
cum tutte le Tue creature,
spezialmente messor lo frate Sole,
lo qual è iorno
et allumini noi per lui.
Et ellu è bellu e radiante
cum grande splendore:
de Te, Altissimo, porta significazione.

Laudato si', mi' Signore,
per sora Luna e le stelle:
in celu l'ai formate
clarite e preziose e belle.

Laudato si', mi' Signore,
per frate Vento
e per aere e nubilo
e sereno e onne tempo,
per lo quale a le Tue creature
dai sustentamento.

Laudato si', mi' Signore,
per sor'Acqua,
la quale è multo utile et humile
e preziosa e casta.

Laudato si', mi' Signore,
per frate Focu,
per lo quale ennallumini la notte:
et ello è bello e iocundo
e robustoso e forte.

Laudato si', mi' Signore,
per sora nostra matre Terra,
la quale ne sustenta e governa,
e produce diversi frutti con coloriti fiori et herba.

Laudato si', mi' Signore,
per quelli ke perdonano per lo Tuo amore
e sostengo infirmitate e tribulazione.
Beati quelli ke 'l sosterrano in pace,
ka da Te, Altissimo, sirano incoronati.
Laudato si', mi' Signore,
per sora nostra Morte corporale,
da la quale nullu homo vivente po' skappare:
guai a quelli ke morrano ne le peccata mortali;
beati quelli ke trovarà ne le Tue santissime voluntati,
ka la morte secunda no 'l farrà male.

Laudate e benedicete mi' Signore et rengraziate
e serviateli cum grande humilitate.