sabato, novembre 2

Non mi piace proprio la “Tassa sull’aria”. Vorrebbero "canalizzarci" nei centri commerciali a comprare cose inutili piuttosto che nei boschi a cercare funghi, forse.

Non ho mai parlato di politica o di religione in questo piccolo contenitore di appunti, essendo due argomenti che notoriamente dividono le opinioni. Mi piace scrivere di “bellezza” in tutte le sue accezioni (compresi i suoi opposti), in quanto simbolo universale di unione ad ogni latitudine di questa nostra terra.
Fin da piccoli ci massacrano con pseudo immagini del “perfetto”, quasi tutte con lo sfondo di un prato verde e abbondanza di alberi e colori vivaci. E’ indubbio infatti che la natura sia il simbolo per eccellenza della perfezione. Qualcuno pensa che questa sia dovuta a meccanismi di generazione e rigenerazione infallibili, altri invece che tutto ciò che ci circonda sia “caos” assoluto, nell’interpretazione biblica del termine, ovvero insieme di disordine dove non vige nessuna regola (più o meno), una confusione talmente grande da apparire un unicum. Questo per significare che anche dell’immagine più giusta e perfetta ci possono essere visioni completamente opposte.
Per questo non penso di aver ragione “a prescindere” e quanto scritto sotto possa essere anche sbagliato ed il “legislatore” abbia invece fatto una norma perfetta.
Ieri dopo quasi venti anni, più o meno, sono tornato nel bosco a passeggiare in cerca di funghi. Di solito ci vado con la mountain bike o semplicemente a camminare. Come ai “vecchi tempi” non ho trovato nulla, se non un porcino di scarsa dimensione. Eravamo in cinque ed abbiamo raccolto vari tipi di funghi, che dopo la selezione di Giancarlo, amico micologo che ne ha gettati diversi, sono diventati crostoni e zuppa. Totale massimo un chilo di paonazzi e altri “miceti” dai nomi latini impronunciabili, oltre a ben due porcini (uno trovato da me, lo sottolineo ancora). Cinque amici (più un’altra che si unita solo per mangiare!) che sono stati all’aria aperta dalle 10 alle 15 (pranzo al sacco), quindi hanno proseguito la giornata a tavola per la cena.
Bene, arrivo al punto. Per tutto questo abbiamo rischiato qualche migliaio di euro di multa, se fossimo stati trovati da qualche solerte controllore dei boschi (e di chi va per funghi) senza il tesserino (13 euro di versamento) e senza seguire le regole. Non ci credete? Questi alcuni reati che potremmo aver “commesso”: Raccolta di funghi epigei spontanei senza autorizzazione costituita dalla ricevuta di versamento intestato alla Regione Toscana al di fuori del comune di residenza: euro 80, oltre al sequestro dei funghi detenuti in violazione della legge. Se il classico bastone venisse identificato come uno strumento del successivo articolo “Raccolta di funghi epigei spontanei con l’uso di rastrelli, uncini o altri mezzi che possono danneggiare lo strato umifero del terreno, il micelio fungino o l’apparato radicale della vegetazione” saremo incorsi in altri 80 euro di multa. Non parliamo poi dello zaino nel quale erano riposti i nostri paonazzi e i due porcini. Certamente avremo preso altri 80 euro per la violazione dell’articolo che dice: “Raccolta di funghi epigei spontanei riponendoli in contenitori che non siano rigidi o a rete, aerati ed idonei a garantire la diffusione delle spore. Sicuramente camminando in modo cialtronesco nel bosco avremo disatteso anche l’articolo che vieta: “Distruggere o danneggiare i carpofori fungini di qualsiasi specie”. Non so cosa cavolo siano i carpofori, ma altri 80 euro di multa li abbiamo meritati sicuramente immagino. Sorvolo sulla raccolta di castagne dove c’era un cartello che prevedeva sanzioni penali (furto) in caso di raccolta (anche se il bosco non era recintato, non mantenuto a dovere etc…)
Tutto questo è normato dalla Legge Regionale legge regionale n. 16 del 22/3/1999, che per i residenti in Toscana prevede il versamento di 13 euro per un’autorizzazione valida sei mesi oppure 25 euro per un anno. Se un turista avesse l’ardire di andare per funghi nel bosco dovrà pagare 15 euro per un giorno, oppure 40 euro per sette giorni consecutivi. A questo si uniscono le mitiche multe per divieto di sosta che hanno trasformato le strade di campagna nel più grosso conciliabolo di automobilisti indisciplinati della storia dell’automobile! Consideriamo poi che l’ingresso ai Musei Vaticani e la Cappella Sistina costa 16 euro, dunque un euro in più dei nostri boschi. Un affarone dunque! Se poi pensiamo che il tetto del Duomo ne costa 25 di euro, beh… sono proprio regalate le nostre campagne sia ai senesi che ai turisti! Suvvia! Guai ad arrabbiarsi!
In ogni caso faccio un appello ai genitori. Se vostro figlio vi chiede di andare nel bosco a cercare i funghi mettete il suo canale tv preferito, dategli la più pesante merendina confezionata, andate a comprargli figurine, caramelle gommose o altre schifezze del genere, ma non portatelo a cercare i funghi, se non avete il tesserino, altrimenti in caso di controllo rischiate di provocargli un trauma infantile.
Se vedete un turista intento ad andare a passeggiare nel bosco armato di paniere e bastone bloccatelo e mettetelo in guardia sulle regole della nostra bella Toscana. Altrimenti immagino la scena, con il “guardiano della legalità boschiva” che a gesti prova a fargli capire che sta per fargli una multa. Una scena tipo Totò e Peppino a Milano, ma a parti inverse. Non credo infatti che sia un titolo necessario per assurgere a “guardiano della legalità boschiva” il Pet (in sintesi un certificato di conoscenza di una lingua straniera). Sorvolo sull’educazione, la gentilezza e le buone maniere.
La mia è una provocazione, ma questa del tesserino per andare nei boschi a cercare i funghi mi appare in tutto e per tutto una “tassa sull’aria”, niente di più niente di meno. Ma ci vorrebbe tanto a scrivere nel finale della legge che…tutto questo non si applica in caso di raccolta di funghi sotto un kg di quantità? Al limite va bene anche mezzo chilo! Lasciamo che la gente vada a passeggiare nel bosco e non solo nei centri commerciali, che trovi pure tre o quattro funghi per cucinarli la sera, lasciamo che la gente viva il territorio senza creare regole e lacci che impediscono fisicamente l’accesso al territorio stesso. Il miglior modo per proteggere e tutelare l’ambiente è viverlo. Su questo non ho dubbi. Oggi come oggi andare al “dighino” sulla Merse a fare il bagno è quasi impossibile. O ci arrivi a piedi, in bici, in taxi, o volando, oppure se vai in auto o in moto c’è il rischio della multa pesante (vero Duccio?), nel caso passi chi controlla. Mi piacerebbe che lo stesso zelo nei controlli fosse messo per fermare gli assassini che gettano o seppelliscono di tutto nei campi, dalle lattine fino ai rifiuti più complessi. Il pericolo per il bosco sono le persone che ci “lasciano” qualcosa, non certo quelli che “prendono” qualcosina come del resto l’uomo fa fin dalla sua apparizione sulla terra, milioni i milioni di anni fa. Ovvio però che vada rispettata la proprietà privata. Avere un bosco, essere benestanti, recintarlo, non è un reato, tutt’altro. E’ un diritto legittimo. Ma dove recinti non ci sono, francamente devono vigere solo le regole del buon senso, dell’educazione, del rispetto del bosco e della natura in generale. Ma qua rischio di entrare nella demagogia e mi fermo.
Ho la nettissima sensazione che oggi i cittadini non siano considerati “utenti” del territorio, ma solo consumatori che devono consumare, lavorare (se c’è lavoro) e in ogni caso spendere tutto in cibo o altro materiale di consumo che passa nella pubblicità Spendere, spendere, consumare, questi i dogmi! Guai se diventiamo “utenti” dell’ambiente, usciamo di casa, apprezziamo una passeggiata nel bosco. Guai a trovare un paio di funghi, dobbiamo solo andare a comprarli se li vogliamo. Se vengono dell’Ucraina, dalla Romania e vengono forse “trattati” ‘per affrontare mille km su un camion non importa. Voi fare due passi? Vai in un centro commerciale! Meglio fermarmi qua… è meglio.
Chiosa finale… per evitare querele dico, ribadisco e sottolineo che le leggi ci sono e vanno rispettate, che non pagare il tesserino per cercare i funghi è reato e non va fatto. Dura lex sed lex.
In ogni caso il mio vuole essere solo un semplice diritto di critica, spero concesso. Ho trattato un argomento stupido? Sicuramente si, ci sono altri temi più importanti. Ma è altrettanto vero che ci sono siti molto più importanti che ne parlano. Io mi limito alla “bellezza” nei suoi opposti. Dopo tutto “Il cuore si accontenta di quello che il cuore può ottenere “(Cleveland Brown cit, quello dei cartoni animati).

Per la sintesi finale vi lascio un sonetto di Shakesperare, da leggere e interpretare. A queste non può che seguire il testo di “Che sarà” di José Feliciano, una delle mie canzoni preferite. 

 
Sonetto LXVI
Stanco di tutto questo, quiete mortale invoco,
vedendo il merito a mendicare nato,
e vuota nullità gaiamente agghindata,
e pura fede miseramente tradita,
ed i più grandi onori spartiti oscenamente,
e la casta virtù fatta prostituta,
e retta perfezione cadere in disgrazia,
e la forza avvilita da un potere impotente,
e il genio creativo per legge imbavagliato,
e follia dottorale opprimere saggezza,
e creduta stupidità la sincera franchezza,
e il bene, del male condottiero, reso schiavo,
stanco di tutto questo, da ciò vorrei poter fuggire,
non fosse che, morendo, lascerei solo il mio amore.


Che sarà (José Feliciano)
Paese mio che stai sulla collina
disteso come un vecchio addormentato;
la noia
l'abbandono
il niente
son la tua malattia,
paese mio ti lascio
io vado via.

Che sarà
che sarà
che sarà
che sarà
della mia vita
chi lo sa!
So far tutto o forse niente
da domani si vedrà
e sarà
sarà quel che sarà.

Gli amici miei son quasi tutti via
e gli altri partiranno dopo me
peccato perche stavo bene in loro compagnia,
ma tutto passa
tutto se ne va.

Che sarà
che sarà
che sarà
che sarà
della mia vita
chi lo sa!
Con me porto la chitarra
e se la notte piangerò
una nenia di paese suonerò.

Amore mio ti bacio sulla bocca
che fu la fonte del mio primo amore
ti do appuntamento
come quando non lo so
ma so soltanto che ritornerò.

Che sarà
che sarà
che sarà
che sarà
della mia vita
chi lo sa!
Con me porto la chitarra
e se la notte piangerò
una nenia di paese suonerò.

Che sarà
che sarà
che sarà
che sarà
della mia vita
chi lo sa!
So far tutto o forse niente
da domani si vedrà
e sarà
sarà quel che sarà.



Que Serà
(José Feliciano, versione originale spagnola)
Pueblo mió
que estas en la colina
tendido como un viejo que se muere
la pena el abandono
son tu triste compañía
pueblo mió te dejo sin alegría

Que será que será que será
que será de mi vida que será
si se mucho o no se nada
ya mañana se vera
y será será lo que será

Ya mis amigos se fueron casi todos
y los otros partirán después que yo
lo siento porque amaba
su agradable compañía
mas es mi vida tengo que marchar

Que será que será que será
que será de mi vida que será
en la noche mi guitarra
dulcemente sonara
y una niña de mi pueblo llorara

Amor mió me llevo tu sonrisa
que fue la fuente de mi amor primero
amor te lo prometo como y cuando no lo se
mas se tan solo que regresare

Que será que será que será
que será de mi vida que será
en la noche mi guitarra
dulcemente sonara
y una niña de mi pueblo soñara

Que será que será que será
que será de mi vida que será
en la noche mi guitarra
dulcemente sonara
y una niña de mi pueblo llorara