venerdì, aprile 6

Monte Luco, la cima Coppi dei ciclonauti "buzziconi"

Per noi ciclonauti dei fine settimana (non freddi), il Monte Luco rappresenta una specie di mito, la cima Coppi della provincia di Siena, la Scala delle salite, se fatta dal lato di Nusenna, una strada capace di dare dei picchi di autostima importanti se adeguatamente percorsa. Forse saranno gli alberoni che si trovano negli ultimi chilometri, oppure la neve che lo copre per quasi tutto l’inverno, se guardato da Siena. Tutto lo fa sembrare un piccolo monte dell’Appennino. Certamente è uno dei punti più belli e meno conosciuti (e frequentati) della provincia di Siena. Ancora nella stagione 2012 non sono mai riuscito ad arrivare al passo, dove sono i ripetitori della Rai. Ancora sono un poco "buzzicone". Ho fatto un paio di “attacchi”, ma a Castagnoli ho “virato” verso Siena: “E’ tardi, dovevo partire prima, fatti due conti torno a casa che è buio”, ho trovato come scusa rimuginando fra me e me. Sono circa 10 chilometri, dai 330 metri di Gaiole, fino ai circa 700 del passo. La cosa più bella di questa salita è che consente di “pensare”. E’ lineare nel salire, senza strappi che saturano le gambe di acido lattico. Proprio per questo si può prendere il passo che più si adatta alla forma del momento e lasciarsi andare, pedalando e pensando. Ogni tanto dietro a qualche curva si vedono le antenne e sembrano così vicine che l’erta pare finita. Ma così non è ed è proprio qui che risiede il fascino di questa strada. 40-50 minuti di vero piacere, con i pensieri ed i sogni che possono fare il giro della mente e tornare nel cassetto dal quale erano usciti. Al passo c’è un piccolissimo locale, patria di qualche motociclista che si è tolto la soddisfazione di farsi tutti i lunghi tornanti. La discesa non è meno affascinante della salita. In un punto si vede a destra la provincia di Siena, a sinistra il Valdarno ed il Pratomagno. Ci sono passato molte volte, ma la bellezza della zona mi sorprende sempre ed in ogni occasione noto un particolare che prima non mi aveva colpito. Dieci minuti di discesa, fatta senza correre, ed appare San Gusmé, poi Rapolano e Crete in lontananza, con Radicofani e Montalcino. Ho pensato molte volte al Monte Luco, una delle “case” della bellezza. Ci devo tornare presto, so che c’è sicuramente uno spicchio di paesaggio sconosciuto che mi aspetta.

Oggi, 6 aprile sono tre anni dal terribile terremoto de L’Aquila, una tragedia tremenda, sotto tutti i punti di vista. Cosa c’entra con questo post? Poco, sicuramente. Ma il Monte Luco mi ha dato uno spunto. Ad un chilometro circa dal passo c’è un incrocio che porta a Starda. Vicino c’è un cartello che indica L’Aquila, località omonina a quella martoriata dalla natura prima e dagli uomini poi. Tutto questo mi da modo di ricordare la tragedia che ha colpito il fiero popolo abruzzese. Gioia e dolore intersecati fra di loro, come sempre nella vita, nell’eterno viaggio dell’Uomo.







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