martedì, aprile 3

Viaggi solitari e la Cruz de hierro

“Il viaggio parte quando inizi a pensarlo”, sostiene il mio amico Fabio, citando una frase forse di qualcun’altro. Niente di più vero. In questi giorni di sole ho pedalato per le nostre bellissime strade ed ho avuto modo di riflettere sul prossimo viaggio che vorrei fare con la bici. Mi piacerebbe farlo da solo, visto che sono almeno cinque anni che non viaggio così. Molte le tappe italiane che mi affascinano, le vie che mi allontanano e poi mi ricondurranno a Siena, che dovrà necessariamente essere la tappa di arrivo, dove ho la mia vita ed i miei affetti. Ma questa è un’altra storia da raccontare. Viaggiare in bici, con le borse al seguito, è un’emozione diversa da qualunque altro “muoversi”, almeno nella mia testa. Le motivazioni del perché si parte le ha ben descritte il grandissimo Paolo Rumiz, un autore che vi consiglio di leggere. E’ molto più saggio di me ed ha descritto in modo mirabile certi sentimenti, le ragioni che portano a “partire” per il Viaggio, non un viaggio qualsiasi, ma il Viaggio, che può ripetersi anche tante volte: “Difficile diventare adulti se non si fa un viaggio da soli. E' un modo per superare la paura dell’altro e anche di sé stessi, in cui ci si trova a fronteggiare la nostalgia, si arriva alla riscoperta delle radici. Finché non fai un viaggio da solo non impari a rapportarti con gli altri”. Per chi non lo conosce il sito http://it.wikipedia.org/wiki/Paolo_Rumiz potrà darvi tutte le informazioni. Grazie all’amico Bruno che ha messo questa frase su Facebook qualche giorno fa. 
Nella foto qua sotto ero molto più magro, anche se bellissimo come sempre (scherzo...). Da "laico dubbioso" quale sono è un momento molto importante del mio "viaggiare". E' in Spagna, sul Cammino di Santiago, è la "Cruz de hierro", una montagna di sassi e di oggetti buttati in apparenza a caso sotto un pennone con una croce in alto. In realtà molto è molto di più. La croce ed il gesto di lasciare oggetti ai quali "scaramanticamente" siamo legati sono stati bene definiti da Edo Pedron: "La Cruz de hierro...lasciare i sassi, i pesi che non vuoi riportarti indietro, sulla montagna che cresce di giorno in giorno creata dai tanti pellegrini che lasciano qui i loro limiti". Forse tutto ciò si lega bene anche al pensiero di Rumiz dal quale ero partito...


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