martedì, ottobre 30

Il vecchio copto e l'antico manoscritto di Accra. Le meraviglie che solo Coehlo riesce a far vivere

Da poche ore ho finito di leggere un bel libro di Paulo Coelho, "Il manoscritto ritrovato di Accra". E' qualcosa di assolutamente diverso, ma allo stesso tempo molto simile a quello che di Paulo conosciamo a apprezziamo. Nei racconti del vecchio copto si ritrovano tantissimi particolari unici e bellissimi del modo di intendere e di leggere la vita di Coelho, molto simili anche alla mia visione di quanto ci circonda. Una parte è ovviamente dedicata alla bellezza. E' incredibile come riesca a trasformare questa parola facendola diventare un abito perfetto per qualunque cosa o persona attorno a noi. Sono sempre stato dell'idea che non esista qualcosa di oggettivamente bello o brutto per tutti. Ogni cosa, ogni oggetto, ma anche ogni persona ha un particolare, anche minuscolo, che la rende diversa da qualunque altra cosa o persona che esista. Sicuramente questo piccolo particolare sarà perfetto e speciale per qualcuno e renderà l'oggetto o la persona che lo possiede la più bella che esista, secondo il suo concetto di bellezza e di bello. E' la straordinaria bellezza che sta nella diversità di tutti gli esseri viventi e di ciò che è inanimato. Di seguito riporto una piccola parte di questo libro, quella in viene chiesto al vecchio copto cosa sia per lui la bellezza.


Il grandissimo Paulo Coehlo













"Quasi sempre ci viene detto: "Non è importante la bellezza esteriore, bensì quella interiore."
Ebbene, è una frase estremamente falsa.
Se fosse così, perché i fiori si offrirebbero così sfacciatamente al fine di attirare l'attenzione delle api?
E perché le gocce di pioggia smanierebbero per disvelare un arcobaleno quando incontrano i raggi del sole?
Semplicemente per il fatto che la natura aspira alla bellezza. Ed è soddisfatta soltanto quando essa può essere esaltata.
La bellezza esteriore è la componente visibile di quella interiore. E si manifesta attraverso la luce che promana dagli occhi di ogni individuo. Non importa che questi sia malvestito o non si conformi ai nostri canoni dell'eleganza, oppure se non cerchi di imporsi all'attenzione delle persone che lo circondano. Gli occhi sono lo specchio dell'anima e, in qualche maniera, rivelano ciò che sembra occulto.
Ma, oltre alla capacità di brillare, essi posseggono un'altra qualità: fungono da specchio sia per le doti racchiuse nell'animo sia per gli uomini e le donne che sono oggetto dei loro sguardi.
Infatti riflettono chi li sta guardando. Di conseguenza, se l'anima dell'altro sarà tetra, costui percepirà sempre la propria bruttezza. Come ogni specchio, gli occhi restituiscono il riflesso più intimo del volto che hanno davanti.
La bellezza è presente in tutte le creature. Ma si accompagna a un pericolo: come esseri umani spesso ci troviamo lontani dall'Energia Divina e, allora, ci lasciamo condizionare dal giudizio altrui.
E ci accade di negare la nostra bellezza perché gli altri non possono o non vogliono riconoscerla. Anziché accettarci per ciò che siamo, ci sforziamo di imitare coloro che si muovono intorno a noi.
Cerchiamo di essere come quelli di cui tutti dicono: "Che bello!" A poco a poco, la nostra anima comincia a deperire, la nostra volontà si infiacchisce e le nostre forze per portare la bellezza nel mondo scemano.
Arriviamo a scordarci che il vero mondo è quello al quale aspiriamo.
Cancelliamo il bagliore della luna che sprigiona dai nostri cuori e, piano piano, ci trasformiamo nella pozza che la riflette. Quando spunterà il giorno, il sole farà evaporare l'acqua - e non resterà niente.
E questo soltanto perché qualcuno ha detto: "Tu sei brutto." O qualcun altro ha affermato: "Lei è bella." Con tre semplici parole, ci hanno derubato della fiducia che nutrivamo in noi stessi.
Qualcosa che ci abbruttisce. Che ci amareggia.
In quel momento troviamo conforto in ciò che si definisce "saggezza": un coacervo di idee assemblato da tutti coloro che hanno cercato o cercano di definire il mondo, anziché rispettare il mistero della vita - un magmatico insieme nel quale confluiscono le regole, le misure, le disposizioni e i canoni assolutamente superflui che intendono stabilire un codice di comportamento.
E' una falsa saggezza che sembra perseguire lo scopo di proclamare: "Non preoccuparti della bellezza: essa è superficiale ed effimera."
Non è affatto vero. Tutti gli esseri e le cose che dimorano sotto la volta celeste - dagli uccelli alle montagne, dai fiori ai fiumi - testimoniano e riflettono la meraviglia della Creazione.
Se resisteremo alla tentazione di accettare che altri arrivino a stabilire chi siamo, allora sapremo far risplendere il sole racchiuso nella nostra anima.
L'Amore si avvicina e dice: "Non avevo mai notato la tua presenza."
E la nostra anima risponde: "Avresti dovuto mostrarti più attento, giacché io sono sempre stata qui. Per fortuna, la brezza ha dissolto il velo di polvere davanti ai tuoi occhi. Ora che mi hai veduta e riconosciuta, non andartene di nuovo, non abbandonarmi: tutti bramano la bellezza che deriva dall'Amore."
La bellezza non risiede nell'uguaglianza, bensì nella diversità. E' pressoché inimmaginabile una giraffa senza il collo lunghissimo, o un cactus senza le spine. E' l'irregolarità delle vette a rendere affascinanti e imponenti le montagne. Se la mano dell'uomo riuscisse a dare la medesima forma a quei picchi, essi non ispirerebbero considerazione e rispetto.
Ad ammaliarci e ad attrarci è proprio ciò che appare imperfetto.
Quando osserviamo un cedro, il pensiero che tutti i rami dovrebbero avere la stessa lunghezza e il medesimo diametro non ci sfiora neppure. Al limite, pensiamo: "Ecco un bell'albero forte."
Quando scorgiamo un serpente, non diciamo: "Quell'essere striscia sul terreno, mentre io cammino in posizione eretta." Al limite, pensiamo: " Anche se è una creatura inferiore, possiede una splendida pelle variopinta e un movimento sinuoso ed elegante e, forse, ha più potere di me."
Quando un cammello ci porta alla meta, dopo aver attraversato le sabbie di un deserto, è difficile che ci perdiamo in considerazioni del genere: "Ha due gobbe e una dentatura orrenda." Al limite, pensiamo: "E' degno del mio amore per l'aiuto che mi ha dato e per il fatto che si è dimostrato fedele. Senza la sua collaborazione, non potrei conoscere una parte del mondo."
Un tramonto appare sempre più bello allorché il cielo è parzialmente coperto di nuvole irregolari: soltanto così i raggi del sole possono originare gli innumerevoli colori che illuminano i sogni e i versi di un poeta.
Esseri meschini sono coloro che pensano: "Io non sono bello, perché l'Amore non ha bussato alla mia porta." In realtà, l'Amore ha bussato, ma non gli hanno aperto, giacché non si sentivano nelle condizioni di riceverlo.
Stavano disperatamente cercando di rendersi belli, anche se non era necessario - erano già pronti.
Si sforzavano di imitare gli altri, mentre l'Amore era in cerca di qualcosa di originale.
Si affacendavano per replicare le figure che animavano il mondo esterno e avevano dimenticato la Luce più intensa che si sprigionava dalla loro anima".

Paulo Coelho, da "Il manoscritto ritrovato di Accra"

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