mercoledì, marzo 20

Il futuro nelle parole del 'dittatore' Chaplin: "Non voglio né governare né comandare nessuno. Vorrei aiutare tutti: ebrei, ariani, uomini neri e bianchi. Tutti noi esseri umani dovremmo unirci, aiutarci sempre, dovremmo godere della felicità del prossimo. Non odiarci e disprezzarci l’un l’altro. In questo mondo c’è posto per tutti"

Stanotte navignando in mezzo al sonno che non voleva arrivare, mi sono imbattuto nella trascrizione del monologo di Charlie Chaplin nel film "Il grande dittatore", quando nei panni di Adenoid Hynkel, dittatore di Tomania, enuncia quello che, forse, è il suo pensiero. Sono parole bellissime e di straordinaria attualità, se traslate a quello che stiamo vivendo in questi anni di terribile crisi. E' proprio rileggendo la storia, anche quella che ci hanno lasciato capolavori come "Il grande dittatore" che si può provare a ricostruire il presente. 
Sono gli esempi e la saggezza i punti cardinali per la ripartenza, assieme ai valori e l'impegno. Non importa la latitudine del tempo nella quale sono state pronunciate, neppure la platea che le ha ascoltate. Mantenere i propri impegni con la famiglia ed il proprio lavoro, anche nel chiuso di una stanza o di un’azienda è già un grandissimo passo ed un mattone per la ripartenza. 
Non credo che il mondo, l'Italia, ritroverà una nuova primavera attraverso gli atti o le parole di qualche eroe solitario e neppure ricostruendo una società fatta dalla sommatoria dei singoli interessi, come è accaduto negli ultimi venti anni in Italia. Mi ricordava questo il mio grande amico Michele qualche giorno fa. Il bene comune è forse qualcosa di diverso e di più "alto". Nessuno deve rimanere indietro e nessuno deve sentirsi inadeguato. Non dobbiamo avere paura dei nostri pregi o dei difetti e neppure dei nostri limiti o delle debolezze, perché tutti gli uomini ne hanno. Chiudo con le bellissime parole di Papa Francesco, che non possono non colpire tutti, credenti e non credenti, cattolici o musulmani: “Non abbiate paura della tenerezza”, che ricordano molto da vicino le parole di Karol Wojtyla quando diceva “Non abbiate paura…” unendoci di seguito tanti significati. 
La parola che andrebbe aggiunta oggi è, forse, speranza. 
La vera utopia di questi disgraziati anni.


Discorso all'umanità (Charlie Chaplin), tratto da "Il Grande dittatore"
Mi dispiace, ma io non voglio fare l’imperatore. Non voglio né governare né comandare nessuno. Vorrei aiutare tutti: ebrei, ariani, uomini neri e bianchi. Tutti noi esseri umani dovremmo unirci, aiutarci sempre, dovremmo godere della felicità del prossimo. Non odiarci e disprezzarci l’un l’altro. In questo mondo c’è posto per tutti. La natura è ricca e sufficiente per tutti noi. La vita può essere felice e magnifica, ma noi l’abbiamo dimenticato. L’avidità ha avvelenato i nostri cuori, fatto precipitare il mondo nell’odio, condotti a passo d’oca verso le cose più abiette. Abbiamo i mezzi per spaziare, ma ci siamo chiusi in noi stessi. La macchina dell’abbondanza ci ha dato povertà, la scienza ci ha trasformati in cinici, l’abilità ci ha resi duri e cattivi. Pensiamo troppo e sentiamo poco. Più che macchine ci serve umanità, più che abilità ci serve bontà e gentilezza. Senza queste qualità la vita è vuota e violenta e tutto è perduto. L’aviazione e la radio hanno avvicinato la gente, la natura stessa di queste invenzioni reclama la bontà dell’uomo, reclama la fratellanza universale. L’unione dell’umanità. Persino ora la mia voce raggiunge milioni di persone. Milioni di uomini, donne, bambini disperati, vittime di un sistema che impone agli uomini di segregare, umiliare e torturare gente innocente. A coloro che ci odiano io dico: non disperate! Perché l’avidità che ci comanda è soltanto un male passeggero, come la pochezza di uomini che temono le meraviglie del progresso umano. L’odio degli uomini scompare insieme ai dittatori. Il potere che hanno tolto al popolo, al popolo tornerà. E qualsiasi mezzo usino, la libertà non può essere soppressa. Soldati! Non cedete a dei bruti, uomini che vi comandano e che vi disprezzano, che vi limitano, uomini che vi dicono cosa dire, cosa fare, cosa pensare e come vivere! Che vi irregimentano, vi condizionano, vi trattano come bestie! Voi vi consegnate a questa gente senza un’anima! Uomini macchine con macchine al posto del cervello e del cuore. Ma voi non siete macchine! Voi non siete bestie! Siete uomini! Voi portate l’amore dell’umanità nel cuore. Voi non odiate. Coloro che odiano sono solo quelli che non hanno l’amore altrui. Soldati, non difendete la schiavitù, ma la libertà! Ricordate che nel Vangelo di Luca è scritto: «Il Regno di Dio è nel cuore dell’Uomo». Non di un solo uomo, ma nel cuore di tutti gli uomini. Voi, il popolo, avete la forza di creare le macchine, il progresso e la felicità. Voi, il popolo, avete la forza di fare si che la vita sia bella e libera. Voi che potete fare di questa vita una splendida avventura. Soldati, in nome della democrazia, uniamo queste forze. Uniamoci tutti! Combattiamo tutti per un mondo nuovo, che dia a tutti un lavoro, ai giovani la speranza, ai vecchi la serenità ed alle donne la sicurezza. Promettendovi queste cose degli uomini sono andati al potere. Mentivano! Non hanno mantenuto quelle promesse e mai lo faranno. E non ne daranno conto a nessuno. Forse i dittatori sono liberi perché rendono schiavo il popolo. Combattiamo per mantenere quelle promesse. Per abbattere i confini e le barriere. Combattiamo per eliminare l’avidità e l’odio. Un mondo ragionevole in cui la scienza ed il progresso diano a tutti gli uomini il benessere. Soldati! Nel nome della democrazia siate tutti uniti!»

Charlie Chaplin, Il grande dittatore (1940)

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