mercoledì, marzo 6

Un ramoscello di mimosa per Lucelly, con infinito rispetto per una donna barbaramente trucidata senza alcuna ragione, perché mai ragioni esistono per togliere una vita


Non so se ci sarà qualcuno che l’8 marzo metterà un rametto di mimosa fuori dal portone dove la povera Lucelly è stata barbaramente trucidata. Virtualmente uno lo poso io. E’ inaccettabile che una giovane donna di 32 anni, un essere umano, venga massacrata, a qualsiasi latitudine del mondo ci si possa trovare. Per lei è stata subito trovata una vergognosa “scorciatoia”, parlando del mestiere che dicono facesse. Immagino qualche commento del tipo: “Se l’è cercata…” o amenità analoghe, come se essere massacrati possa essere una scelta o peggio ancora possa avere una giustificazione. Se poi gli inquirenti scopriranno che l’assassino è un extracomunitario il cerchio è chiuso. La falsa moralità è salva. Siamo tutti bravi, simpatici e intelligenti. Siena è sana, al netto di pochi “mariuoli” (ovviamente sto minimizzando con ironia) che in dieci anni hanno sfilato a Siena Mps, Università, dignità, futuro, etc… Ma questa è un’altra storia.
Il pensiero di oggi è tutto per Lucelly. Ho provato a pensare quali fossero stati i suoi sogni da bambina e cosa desiderasse la prima volta che lasciò la sua terra per cercare il futuro (una vita normale) altrove. Forse sognava un lavoro come tutti gli altri, che con qualche sacrificio le consentisse di arrivare alla fine del mese e magari mandare qualcosa ai parenti in Colombia. La sua storia e la sua tragica fine non può che colpire, visto che non ci sono omicidi di serie B, ma soltanto omicidi, schifosi e brutali omicidi.
Ho sentito e letto cose che non mi sono piaciute in questi giorni e sono tutte quelle in cui si dava un giudizio morale, anche indiretto o sottointeso, sulla povera Lucelly. Inorridisco di fronte a chi si pone (giudicando) con il pollice in alto o in basso di fronte ad una persona in vita, figuriamoci di fronte ad una donna brutalmente massacrata senza ragione, perché ragioni non ce ne possono essere mai per giustificare un' uccisione. 
Credo sia allucinante (e falso) qualsiasi atteggiamento che non sia il rispetto totale.
A questo proposito ci sono delle parti molto belle del Vangelo, soprattutto se lette con gli occhi critici del laico dubbioso quale sono io e non quelli del cattolico bigotto che prende atto della Verità senza mai metterla in discussione.
Credo che queste belle parole, che sotto riporto, possano essere lette con attenzione. "Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei", diceva Gesù secondo le scritture. A Lucelly non getto alcuna pietra, ma porgo virtualmente un ramoscello di mimosa per l’8 marzo, arcaico simbolo della vita che risorge, sperando che ovunque sia adesso possa aver trovato la felicità e la speranza che gli è stata rubata insieme alla vita da un brutale e schifoso assassino.



Dal Vangelo secondo Giovanni 8, 1 - 11
Gesù si avviò allora verso il monte degli Ulivi. Ma all'alba si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui ed egli, sedutosi, li ammaestrava.
Allora gli scribi e i farisei gli conducono una donna sorpresa in adulterio e, postala nel mezzo, gli dicono: “Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adultèrio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?”.
Questo dicevano per metterlo alla prova e per avere di che accusarlo. Ma Gesù, chinatosi, si mise a scrivere col dito per terra. E siccome insistevano nell'interrogarlo, alzò il capo e disse loro: “Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei”. E chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Ma quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani fino agli ultimi.
Rimase solo Gesù con la donna là in mezzo. Alzatosi allora Gesù le disse: “Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?”. Ed essa rispose: “Nessuno, Signore». E Gesù le disse: “Neanch'io ti condanno; và e d'ora in poi non peccare più”.


Dal Vangelo secondo Luca  7, 36 - 50
In quel tempo, uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco, una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di profumo; stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo.
Vedendo questo, il fariseo che l’aveva invitato disse tra sé: “Se costui fosse un profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è la donna che lo tocca: è una peccatrice!”.
Gesù allora gli disse: “Simone, ho da dirti qualcosa”. Ed egli rispose: “Di’ pure, maestro”. “Un creditore aveva due debitori: uno gli doveva cinquecento denari, l’altro cinquanta. Non avendo essi di che restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi di loro dunque lo amerà di più?”. Simone rispose: “Suppongo sia colui al quale ha condonato di più”. Gli disse Gesù: “Hai giudicato bene”.
E, volgendosi verso la donna, disse a Simone: “Vedi questa donna? Sono entrato in casa tua e tu non mi hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio; lei invece, da quando sono entrato, non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non hai unto con olio il mio capo; lei invece mi ha cosparso i piedi di profumo. Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco”.
Poi disse a lei: “I tuoi peccati sono perdonati”. Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: “Chi è costui che perdona anche i peccati?”. Ma egli disse alla donna: “La tua fede ti ha salvata; va’ in pace!”.

Nessun commento: