mercoledì, settembre 4

Monaco-Siena, salutando Venezia. Mille chilometri in bici, seconda parte... to be continued


Innsbruck è il trampolino di lancio verso l’Italia, nel vero senso della parola, tanto che sullo skyline della capitale tirolese è preponderante proprio il trampolino per il salto con gli sci, segnale neppure più di tanto metaforico dello spirito e dell’indole cittadina. Salire al Brennero è tutt’altro che semplice, in particolare per i primi chilometri, quando la strada si inerpica in modo vorticoso fino ad arrivare alle stradine collinari che sovrastano la grande autostrada e la vecchia strada. Si deve aspettare qualche decina di chilometri affinché la salita diventi dolce e costante fino al confine italiano. Sterzing (Vipiteno) è poco lontano dal confine. Non si può sbagliare, basta seguire la ciclabile che dolcemente cala verso valle, sfiorando il Colle Isarco e passando vicino all’entrata italiana del nuovo tunnel che attraverserà la montagna (il ‘toninelliano’ tunnel del Brennero), rendendo il collegamento con Innsbruck e con l’Austria una vera e propria formalità. Mi ha colpito rivedere la stazione al confine italiano, dove nel viaggio di andata ero stato costretto ad uno stop forzato. Trasportare la bici attraverso tre paesi è tutt’altro che una formalità, in particolare in Italia. Breve storia realmente accaduta. Per arrivare a Monaco contavo di prendere l’autobus fino a Verona, quindi il treno della tedesca Deutsche Bahn fino a destinazione. A Verona ho però scoperto che questa compagnia trasportava le due ruote solo con prenotazione anticipata di almeno una settimana. Inevitabile dover improvvisare, valutando tutte le opzioni, dormire a Verona compresa. Grazie ai consigli di un ferroviere saggio, ho preso un regionale fino al Brennero, confidando che lì avrei trovato un regionale per Monaco o almeno per Innsbruck. Così ho fatto scoprendo però che nella capitale del Tirolo non c’erano regionali che in giornata (erano già le 15), mi avrebbero portato a Monaco. Ho giocato allora la carta FlixBus, confidando che trasportassero anche le bici. Non siamo in Italia ed ogni autobus ha il portabici nel retro. E’ stata l’ideona della giornata, tanto che già attorno alle 19 ero arrivato a Monaco, bici compresa. Viaggiare da solo è divertente anche perché devi improvvisare spessissimo e puoi farlo nel modo che più ti piace, con i tempi che più si confanno ai tuoi programmi.
Se il destino mi aveva fatto arrivare a Monaco (con solo tre ore di ritardo rispetto alla tabella fatta a Siena), voleva dire che a Monaco dovevo restare un giorno in più per visitarla, anche perché il meteo delle 24 ore successive metteva pioggia abbondante, come in effetti è accaduto. Ma questa è un’altra storia.
Eravamo arrivati al Brennero, al Colle Isarco ed alla splendida ciclabile che conduce fino a Sterzing (Vipiteno), dove cercando con attenzione, si possono trovare strutture a costo contenuto con grande qualità. Ripartire la mattina verso Dobbiaco è stato un vero e proprio spettacolo, con il sole che finalmente iniziava ad essere una realtà concreta e non solo una speranza. I colli del Tirolo sono straordinari, panorami e paesini compresi. E’ evidente la scelta politica di favorire le due ruote, che possono usufruire di ciclabili bellissime, che consentono con poca fatica di coprire molti chilometri. E’ qui che ho iniziato a trovare tantissime persone che facevano cicloturismo con bici elettriche. Lo sviluppo della tecnologia sta aprendo prospettive inimmaginabili, una vera e propria nuova era geologica nei movimenti delle persone. Non solo per i giovani, ma anche per tanti anziani con scarso allenamento, è possibile caricare bene le borse e fare cinquanta, settanta chilometri al giorno con fatica molto limitata. E’ in corso una vera e propria rivoluzione economica, con negozi di noleggio e-bike frequentissimi da incrociare nei tanti paesini della zona, senza parlare di Dobbiaco, dove i noleggi sci nei mesi estivi si trasformano in noleggi di bici elettriche, sia da viaggio che mountain bike. La bellezza è straordinaria, con le ciclabili che affiancano la strada principale oppure la ferrovia, senza tralasciare i tratti in cui si è in piena campagna, immersi totalmente nel verde e nel silenzio. Poco importa se si attraversa Brunico o l’ultimo borgo tirolese, qua le bici hanno il massimo rispetto, fino alla segnaletica stradale che offre corsie e canali privilegiati. Arrivare a Dobbiaco è una gioia pure, non ci si annoia mai, tanto sono particolari i panorami. L’ultima cittadina in Italia del Tirolo è accogliente per i turisti, sotto tutti i punti di vista. Ripartire la mattina un poco mi è dispiaciuto, ma la bellissima ciclabile che porta a Cortina mi aspettava, così come i nuvoloni che lungo il percorso mi hanno copiosamente innaffiato i vestiti, ma non lo spirito. E’ stato comunque bellissimo percorrere i quasi trenta chilometri fino a Cortina, ma altrettanto belli sono stati quelli che mi hanno accompagnato sempre attraverso straordinarie ciclabili e strade poco trafficate fino a Vittorio Veneto, passando da Longarone, nonostante la pioggia che è caduta generosissima, ma senza bagnare minimamente lo spirito. 

To be continued…. 

Per chi vuole vedere un poche di foto con buona musica...
https://youtu.be/Xh6F7hxJRUY

La canzone di oggi c’entra poco con le Alpi o la bicicletta, ma mi è venuta in mente giusto dopo Cortina, una volta che, abbandonato il Tirolo, ero rientrato a tutti gli effetti in Italia. Take me home, country road è stata scritta da Bill Danoff, Taffy Nivert e John Denver, che l’ha cantata nell’albun “Poems, Prayers and Promises” (1971), rendendola immortale

Take me home, country roads

Almost heaven, West Virginia
Blue Ridge Mountains, Shenandoah River
Life is old there, older than the trees
Younger than the mountains growin’ like a breeze
Country Roads, take me home to the place I belong
West Virginia, mountain momma: take me home, country roads!

All my memories gathered ‘round her, miner’s lady, stranger to blue water
Dark and dusty, painted on the sky, misty taste of moonshine, teardrops in my eye
Country Roads, take me home to the place, I belong

West Virginia, mountain momma: take me home, country roads!

I hear her voice in the mornin’ hour she calls me
The radio reminds me of my home far away
And drivin’ down the road I get a feelin’ that I should have been home yesterday, yesterday

Country Roads, take me home to the place, I belong
West Virginia, mountain momma: take me home, country roads!

Country Roads, take me home to the place, I belong
West Virginia, mountain momma: take me home, country roads!


Traduzione

Quasi un paradiso, il West Virginia
le montagne di Blue Ridge
il fiume Shenandoah
la vita è antica qui
più antica degli alberi
più giovane delle montagne
cresce come il vento

Strade di campagna, portatemi a casa
là nel posto a cui appartengo
West Virginia, mamma montagna
portatemi a casa, strade di campagna

Tutti i miei ricordi ruotano attorno a lei
la Signora dei minatori, senza il blu del mare
scura e polverosa, disegnata nel cielo
sapore impastato di moonshine
ho le lacrime agli occhi

Strade di campagna, portatemi a casa
là nel posto a cui appartengo
West Virginia, mamma montagna
portatemi a casa, strade di campagna

Sento la sua voce
mi chiama la mattina presto
sento la radio e ricordo la mia casa lontana
e lungo la strada mi rendo conto
che già ieri sarei dovuto essere a casa, ieri

Strade di campagna, portatemi a casa
là nel posto a cui appartengo
West Virginia, mamma montagna
portatemi a casa, strade di campagna

Strade di campagna, portatemi a casa
là nel posto a cui appartengo
West Virginia, mamma montagna
portatemi a casa, strade di campagna.

(Traduzione e note a cura di Marie Jolie)

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