lunedì, luglio 30

Francigena, tappa zero. Nuovamente in viaggio, io e la mia bici.

Mi ricordo bene l’ultimo secondo che guardai il mare a Finisterre. Avevo appena terminato il Cammino di Santiago e voltandomi verso la terra ebbi la percezione che ogni metro che da lì in poi avrei fatto mi avrebbe riavvicinato a casa. Era stata un’esperienza così piena che decisi di fare l’ultimo tratto di pochi chilometri, da Santiago alla Galizia con l’autobus. Doveva infatti rimanere incompiuto il viaggio, affinché fossero fortissimi gli stimoli a tornare, per fare gli ultimi chilometri con la bici, al pari dei quasi ottocento precedenti. Ripensavo a questo momento stamani. Tornerò prima o poi sul Cammino di Santiago. Passando con l’autobus in via Nino Bixio alle sei c’era un sole rossissimo proprio dietro ai colli del Chianti. Un’alba incredibilmente bella. Non l’avevo mai guardata. Adesso sono nuovamente in viaggio, verso la Svizzera, direzione Losanna. Il treno mi sta portando lontano da casa, dai miei affetti, dai miei amici. Ogni metro che faccio mi allontana da tutti loro, da quello che sono, da una parte di me. Dovrei arrivare alle 15.40 circa, dopo quattro ore e mezzo di autobus e tre di treno, sperando che gli svizzeri siano puntuali. Da quel secondo ogni minuto che passerà mi riavvicinerà a casa. Cercherò di percorrere la via Francigena, passando il San Bernardo, Aosta e poi via, giù, verso il Piemonte, Emilia, Toscana. Sono poco allenato e non ho preparato nulla della logistica. Le borse le ho chiuse ieri sera. Ho solo le cartine e una guida  che mi condurrà in luoghi civili se mi dovessi perdere. Non so quando durerà questo viaggio, ma prima del Palio voglio e devo essere a Siena, ovviamente. Quando si viaggia, specialmente in bici, con la tenda ed i nostri pensieri, il tempo assume una “non dimensione”, non conta nulla, conta solo la terra che vedi, lo spazio che copri. Ci può volere un giorno oppure un minuto a fare un chilometro. Non importa, non si viaggia per fare la corsa contro il tempo, ma per apprezzare quello che c’è attorno a noi e da questa “bellezza” trarre la giusta energia che ci possa rendere migliori. Sarò da solo in questo lungo ritorno, o meglio sarò con la parte di me stesso che spesso trascuro, quella “non razionale”, quella alla quale non puoi dire bugie o fargli credere che sei diverso. Mi mancheranno sicuramente i miei affetti più cari, la famiglia, la mia compagna, gli amici ed anche il lavoro, che è anche questo una parte di me. Spero di tornare migliore da questo viaggio, spero di trovare tanta “bellezza” nelle terre e nelle persone che incontrerò e da tutto questo trarre energia positiva. Alle volte si pensa di essere talmente forti da possedere la terra, con tutto quello che contiene. C’è anche chi si trasforma in una figura ibrida, un supereroe  fra l’uomo Del Monte che osserva i suoi campi come un possidente del medioevo e Rocky Balboa quando all’alba sale le scale del palazzone ed alza le braccia al cielo come se tutto il mondo fosse in suo possesso. E’ una delle cazzate più grandi che si possa pensare. E’ infatti la terra a possedere noi ed è un dovere di ciascun uomo cercare, con la delicatezza dell’ospite pro-tempore, di cogliere gli aspetti più belli, i colori e tutta l’energia che la caratterizza e che raramente percepiamo. Adesso sono più tranquillo. Ieri sera ero stranamente nervoso, mi era presa un poca di paura. Farò la cosa giusta domani? Non è la solita cazzata? Dovrò stare molto attento. Come potevo non pensare a tutto questo. Proprio mentre questi pensieri mi affollavano la mente è arrivata la mia compagna Karina a salutarmi, anche se non era previsto, visto che ci eravamo salutati solo un ora prima. Ripensavo stamani al piacere che mi ha fatto. Ho pensato che quando hai brutti pensieri succede sempre qualcosa di bello. Adesso il treno sta viaggiando ancora e non so cosa troverò al mio arrivo. Ci saranno momenti di gioia, altri di paura e commozione, altri di felicità oppure di tristezza. Tutto questo sarà metaforicamente terra, fuoco, vento e acqua, gli elementi purificatori secondo gli antichi pellegrini nei cammini. Io sono molto meno: un 44enne un poco buzzicone, che ogni tanto fa qualche cosa di poco tradizionale. Ho scelto di fare tutto questo da solo, ma allo stesso tempo con tutti coloro che vorranno esserci. Chissà cosa accadrà. Una cosa però è certa. E’ importante permettere al destino di cambiare la nostra vita e di decidere ciò che è meglio per noi. Spero che “bellezza” che incontrerò possa indicarmi la giusta via, anche per caso.

Nella foto il Passo del Gran San Bernardo. 

La canzone di oggi è "Futura" di Lucio Dalla. Passerò fra qualche minuto dalla città dove ci ha lasciato.









Futura


Chissà, chissà, domani

su che cosa metteremo le mani
se si potrà contare ancora le onde del mare
e alzare la testa
non esser così seria, rimani
i russi, i russi gli americani
no lacrime non fermarti fino a domani
sarà stato forse un tuono
non mi meraviglio
è una notte di fuoco
dove sono le tue mani
nascerà e non avrà paura nostro figlio
e chissà come sarà lui domani
su quali strade camminerà
cosa avrà nelle sue mani.. le sue mani
si muoverà e potrà volare
nuoterà su una stella
come sei bella
e se è una femmina si chiamerà futura.
Il suo nome detto questa notte
mette già paura
sarà diversa bella come una stella
sarai tu in miniatura
ma non fermarti voglio ancora baciarti
chiudi i tuoi occhi non voltarti indietro
qui tutto il mondo sembra fatto di vetro
e sta cadendo a pezzi come un vecchio presepio.
Di più, muoviti più fretta di più, benedetta
più su, nel silenzio tra le nuvole, più su
che si arriva alla luna,si la luna
ma non è bella come te questa luna
è una sottana americana
Allora su mettendoci di fianco,più su
guida tu che sono stanco, più su
in mezzo ai razzi e a un batticuore, più su
son sicuro che c'e' il sole
ma che sole è un cappello di ghiaccio
questo sole è una catena di ferro
senza amore, amore, amore, amore.
Lento lento adesso batte più lento
ciao, come stai
il tuo cuore lo sento
i tuoi occhi così belli non li ho visti mai
ma adesso non voltarti
voglio ancora guardarti
non girare la testa
dove sono le tue mani
aspettiamo che ritorni la luce
di sentire una voce
aspettiamo senza avere paura, domani.

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