martedì, luglio 31

Francigena - Tappa 2 - L'acqua fresca del Gran San Bernardo

Con tanta fatica sono arrivato ad Aosta. Sono un poco stanchino (Forrest Gump cit. su suggerimento del mio amico Mauro). L’ascesa da Bax al Gran San Bernardo è durata sei ore e quaranta minuti, più le pause. Quasi 2000 metri di dislivello con 35 kg circa fra bici e borse che hanno creato un bel mix di fatica. Mi ha “protetto” la maglia di Michele, quella gialla delle grandi occasioni. Sono molto sensibile all’amicizia e Michele è una delle persone migliori che conosca, oltre ad essere un amico speciale. Adesso sono arrivato ad Aosta e tutta la fatica è già diventata una dolce nostalgia. Ho fatto tesoro anche dei consigli del mio amico Sandro, grande preparatore ed iron man! I bravi maestri non sono quelli che sanno più cose, ma coloro che sanno meglio trasmettere agli altri i concetti e stimolare in chi ascolta la curiosità di approfondirli. Sandro è uno di questi bravi maestri, oltre ad essere molto competente nel suo lavoro. Gli chiesi una volta come gestisse “la testa” durante una grande prova fisica. Mi rispose in modo molto chiaro ed io ho rielaborato i suo piccoli insegnamenti. I primi 30 km, fino alla base del Gran San Bernardo mentalmente erano il riscaldamento, la seconda parte, quella fino alla fine della strada maestra, il momento in cui dovevo dare tutto. Gli ultimi 7 km, fatti di tornanti terribili dovevano essere solo adrenalina, di cui gli ultimi due solo cuore, gettando l’anima oltre l’ostacolo, cercando di trovare le energie ovunque. Le ho cercate e trovate nella bellezza e nella potenza della montagna. Ho cercato di cogliere la sua maestosità, la sue eternità ed è stato sublime. Non nascondo di aver avuto alcuni momenti di commozione. Il più “bello” è stato quando scurvato un tornante ho visto l’ospizio del San Bernardo, il passo. Ero arrivato, mancavano solo poche decine di metri. Sono stati tanti i pensieri che mi sono passati per la mente. Nelle prime ore ho pensato a quello che vedevo. Mi hanno colpito i tanti distributori di benzina che annesso hanno anche il dancing club, ovvero il locale dove si può trovare compagnia, notte tempo. Mi ha ricordato il libro di Coehlo “11 minuti” che descriveva bene la vita di tante ragazze emigrate inseguendo un sogno in Svizzera. Nel viaggio in treno ho passato tre ore vicino ad una ragazza domenicana. Aveva tre cellulari, due Blackberry (uno ancora con le copertine sullo schermo) ed un Iphone. Cosa c’entra? Poco, forse, ma per la prima volta mi era venuto in mente “11 minuti”. Al passaggio del controllore lei aveva detto che era la prima volta che andava in Svizzera. Non conosco il suo nome e sicuramente non la rivedrò mai più e non saprà mai che mi ha colpito nel suo essere semplice, nel parlare in spagnolo al cellulare, forse con qualche amica, poi rispondere in italiano al poliziotto. Forse mi sono fatto troppe idee su di lei, di sicuro un poco troppo i cavoli suoi. Ma dovevo pur passare tre ore di treno! Un’altra cosa che mi ha colpito sono le molte coltivazioni di frutta. Non sapevo che in Svizzera ci fossero così tante vigne e soprattutto alberi di albicocche. Ovviamente sono più piccole e meno gustose rispetto alle nostre, ma piacevoli al gusto, nel complesso. Ma torniamo ad oggi. Il San Bernardo è molto scorrevole come salita. Fatto con la bici da strada e senza bagagli al seguito è veramente super! Con i bagagli è diverso. Negli ultimi chilometri ho ripensato anche al passaggio sui Pirenei nel Cammino di Santiago, con un freddo terribile e tanta pioggia. Allora non sapevo cosa fare ed andai in confusione. Fu un ragazzo americano a “trovarmi” sul passo che porta a Roncisvalle. Caso ha voluto che anche questa volta abbia trovato unaltro ragazzo americano. Era con la bici da strada ed era stato “sgrattugiato” da una macchina che lo aveva fatto urtare contro il muro fatto di pietre. Aveva alcuni lividi e qualche piccola ferita, ma ha tirato fuori un sorriso speciale quando gli ho chiesto dove stava andando. Mi ha detto che avrebbe dormito da qualche parte da lì a qualche chilometro e che il giorno dopo avrebbe fatto un sentiero di montagna di sei chilometri con la bici in spalla, quindi sarebbe andato a trovare degli amici in un rifugio. Un grande. Nelle salita pensavo al ragazzo americano dei Pirenei e ne ho trovato un altro al passo. E’ stato bello. Tanti pensieri mi sono passati per la mente negli ultimi chilometri, mentre la stanchezza mi faceva fermare ogni tre o quattrocento metri. Ho pensato ad i miei amici, alla mia vita, alla mia famiglia, alla mia compagna, ai miei amici migliori, a Roberto, a Gaia, Stefano, Michele e tanti altri. Sono un uomo fortunato, perché dal loro pensiero ho trovato nuove energie. Pensare a loro non mi faceva sentire la fatica dei tornanti, o quantomeno la alleggeriva. Mi hanno protetto, tutti loro, con i loro pensieri, così come farei io per loro, senza se e senza ma. Ho pensato alla mia compagna Karina, una donna con le palle che ha cambiato la mia vita. Ho fatto tanti chilometri in treno, autobus e bici per vivere questi momenti. Solo quando sei allo stremo mentale ed immerso nellafatica, quasi annullato fisicamente, capisci cosa sei veramente e cosa vuoi da te stesso e della tua vita. E’ necessario perdere il bisogno di tutto ciò che è vita “normale”, per rimanere solo con i bisogni primari. Ad un certo punto ho finito l’acqua ed è stato un piacere speciale trovare una delle tantissime sorgenti spontanee che si incontrano lungo la strada. Acqua, semplice acqua fresca, la cosa più banale nella vita di tutti i giorni, la cosa più bella da trovare sulla salita del San Bernardo. Ma basta con queste cose strappa lacrime. Arrivato al passo mi sono fatto un regalone, nella forma di una bottiglia di birra (rossa s’intende) ed una bella fetta di crostata, ovviamente all’albicocca. Poi gli acquisti di rito, con due piccoli portachiavi con il cane  San Bernardo, da regalare a Karina ed a Costanza, mia nipote. Poi mi sono trasformato in Totò e Peppino e Milano. Mi sono messo il giacchetto antivento per affrontare la discesa. La temperatura non era così calda, come la neve ai bordi della valle ancora presente testimonia. Non ho messo i calzini sugli splendidi sandali da bici. Nei primi chilometri della discesa ho avuto la stessa sensazioni di quando d’inverno ,mentre siamo bene al calduccio sotto il piumone, causa movimento improvviso escono fuori i piedi e ci si sveglia di soprassalto per il freddo. Solo lo stimolo a fare la pipì limita l’incazzatura di essersi svegliati, ben coscienti che in ogni caso Morfeo sarebbe stato disturbato dalla imminente minzione. La sensazione di oggi è stata simile. Ma in fondo sentire freddo ai piedi il 31 luglio non è proprio semplice. E’ stato bello anche questo. E la via Francigena? Per il momento nessuna traccia, nessun cartello a segnalare la strada. Ma forse sarà solo presto e domani troverò i giusti segni di questo antico cammino. Vorrei arrivare a Verres, quindi dormire dalle parti di Ivrea. A domani, amici mie.

















La canzone di oggi non poteva essere che “La cura” del grande Battiato, ringraziando tutti gli amici e le persone speciali che con il loro semplice pensiero mi hanno protetto in questa giornata durissima.

La cura
di Franco Battiato

Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie,
dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via.
Dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo,
dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai.
Ti solleverò dai dolori e dai tuoi sbalzi d'umore,
dalle ossessioni delle tue manie.
Supererò le correnti gravitazionali,
lo spazio e la luce
per non farti invecchiare.
E guarirai da tutte le malattie,
perché sei un essere speciale,
ed io, avrò cura di te.
Vagavo per i campi del Tennessee
(come vi ero arrivato, chissà).
Non hai fiori bianchi per me?
Più veloci di aquile i miei sogni
attraversano il mare.
Ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza.
Percorreremo assieme le vie che portano all'essenza.
I profumi d'amore inebrieranno i nostri corpi,
la bonaccia d'agosto non calmerà i nostri sensi.
Tesserò i tuoi capelli come trame di un canto.
Conosco le leggi del mondo, e te ne farò dono.
Supererò le correnti gravitazionali,
lo spazio e la luce per non farti invecchiare.
TI salverò da ogni malinconia,
perché sei un essere speciale ed io avrò cura di te...
io sì, che avrò cura di te. 

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