venerdì, agosto 3

Tappa 5 - Dalla Cisa alla costa con incontri bellissimi

E anche la Cisa è passata, adesso rimane solo una parte di Toscana da fare. Non è poco, visto che come direbbe il mio amico Stefano, la nostra regione è lunga, larga e anche al di là del mare. Oggi sono arrivato in Versilia, con una piccola deviazione da Sarzana per arrivare a toccare il mare a Marina di Carrara. Adesso sono dentro la tendina in campeggio, pc sulle gambe assieme ai 118 km percorsi in qualcosa in più di otto ore pedalate oggi con un bel dislivello nel mezzo. E’ stata proprio una bella traversata, che mi ha consentito di vedere posti nuovi e di conoscere persone molto belle. Ho iniziato con un piccolo guasto tecnico a Fornovo. Mentre provavo la bici (cosa da fare sempre prima di partire), mi è uscita la catena e si è incastrata nel deragliatore della moltiplica. Che bellezza! Cinque minuti e le mani nere come quelle del Rosso dei Pispini (bravissimo meccanico) e sono stato in grado di ripartire. Una donnina mi ha guardato senza dire parola. Avrà avuto più di ottanta anni e sarebbe stato fenomenale se mi avesse chiesto: “Serve una mano?”, la mia autostima sarebbe calata sotto zero. Non ho capito cosa facesse, senza fare nulla, su una panchina a Fornovo di Taro la mattina alle sette. Mah, forse prendeva il fresco, sicuramente faceva un bel pacco di cavoli suoi!  La bici è ok, dunque ripartiamo. Le pendici dell’Appennino sono veramente belle di buon ora. Unico difetto il “profumo” di maiali che arriva fin quassù. Forse sarà stata la vendetta del post di ieri, palesemente anti maiali padani, ma per almeno due ore il loro olezzo mi ha seguito. Solo a quel punto (erano finiti i campi ed iniziavano i castagni) ho capito che non era una specie di maledizione di Montezzuma a perseguitarmi, ma bensì era il loro letame usato come concime. Grande Lello, ci sono volute due ore per capirlo. Potevo fare meglio, forse. La strada che porta alla Cisa da Fornovo (passando per le strade francigene) è circa 40 km, quasi tutti in dolce salita con qualche piccola discesa giusto per spulire le gambe. Il primo incontro molto bello è stato con una coppia sulla settantina. Erano due camminatori sulla Francigena ed in salita (molto ripida), andavano quanto me in bici (vi ricordo che non sono atleta ma impiegato buzzicone). Al termine è stato inevitabile conoscersi, direi con piacere. Si chiamano Paolo e Carla ed hanno insegnato fino a qualche anno fa all’Università di Bologna. Da qualche tempo hanno deciso di girare tutte le estati a piedi per l’Europa, mentre d’inverno si limitano a fare i nonni arzilli con i nipoti. Hanno camminato verso Santiago ed anche sul Cammino del Nord, sempre in Spagna, poi i fari della Francia e le coste inglesi. Abbiamo parlato quasi mezz’ora, complice anche una fontanina naturale di acqua freschissima, che alle 10 con più di 30 gradi fa sempre piacere. Arrivato al paesino di Cassio ho trovato un gruppo di Borgomanero che faceva la Francigena in bici. Hanno il pulmino al seguito ed arriveranno a Siena martedì, hanno detto. Non avendo le borse, hanno provato al alzare la mia bici... per vedere l’effetto che fa (Jannacci cit.), ma i 40 kg della “creatura” si spostano male! Mi hanno chiesto quanto ero “atleta serio”. La risposta è stata ovvia: “Fin quando non arrivo a tavola sono perfetto!”. Ci siamo fatti una bella risata e quindi abbiamo parlato di basket, visto che un paio di loro erano grandi appassionati. La pallacanestro mi porterebbe via giornate intere di parole, meglio ripartire, al Passo della Cisa c’era ancora due ore di pedalata. Al passo sono arrivati anche loro, proprio mentre stavo mangiando un panino con il prosciutto. Loro hanno preferito la polenta! E bravi!. Al passo ho conosciuto una persona fantastica. Era con la moglie e la figlia. Si chiama Pierre ed è francese, pur parlando benissimo l’italiano. Gli ho chiesto di farmi una foto e da lì è partita la nostra piccola amicizia di più di mezz’ora. Pierre è un imprenditore edile, che per sua fortuna non sta sentendo la crisi. Vive a Parigi ed ha rilevato l’azienda da suo padre, morto proprio in un cantiere, per un errore di un suo collaboratore, che peraltro lavora ancora con Pierre. Le sue mani erano quelle di chi sta poco in ufficio e molto in cantiere. “Mio padre mi ha sempre detto che non avrei mai potuto dirigere l’azienda se prima non fossi stato un bravo muratore”, ha sottolineato Pierre. Adesso stava girando l’Italia in modo lento. Passerà anche lui da Siena, ma non sapeva quando. Forse prenderemo un caffè insieme. Per lui era importante conoscere le persone, oltre ai monumenti, condividere anche la cultura della sua moglie, italiana di Roma. In questi casi il tempo è sempre tiranno e presto sono dovuto ripartire verso la valle. Dopo circa 300 metri sono tornato indietro. Volevo andare a vedere la piccola chiesetta sul passo, sentivo che dovevo farlo. C’era da vedere la maglia rosa di Adorni del 1965. Entrato dentro mi hanno però colpito altre due piccole cose. Per prima la foto di Papa Wojtila, un uomo (un Santo per i credenti), venerato ovunque nel mondo, poi un piccolo biglietto lasciato da una mamma, che chiedeva salute per suo figlio. Era veramente toccante nella sua semplicità. Ma torniamo alla discesa dalla Cisa. I panorami sono veramente belli, anche se gli altissimi alberi li nascondono molto bene. In discesa mi ha chiamato il mio amico Sandro, che aveva letto questi nostri racconti. Mi ha fatto piacere sentirlo. Adesso come detto sono a Marina di Carrara. Per non entrare nelle grinfie degli albergatori mi sono fermato in campeggio con la tenda, ma sorpresona… ben 32 euri per la semplice piazzola! Poi dice che c’è la crisi… Per forza! Ancora arrabbiato per il salasso sono andato a farmi la doccia, dopo aver montato la tenda, non senza difficoltà. Al primo “rocchio” l’acqua era tiepida e mi sono insaponato alla grande. Al momento di sciacquarmi l’acqua era sempre più fredda e non c’era neppure la regolazione. Avevo scelto da doccia fredda! Per cinque minuti di risciacqui ho patito un freddo cane. L’unica consolazione era maledire quel brutto ceffo che era alla reception, che alla domanda: “32 Euroni? Ma no le sembra un poco troppo?”, la risposta è stata disarmante: “Noi facciamo così, prendere o lasciare”. E bravo il reuccio del campeggio! Non ci rivedremo più, sicuro! Ora sono dentro la mia tenda da bici, nel senso che piegata la posso portare sopra le borse sul portapacchi. Mi sono fatto alcune grandi certezze passeggiando per il camping. Gli italiani non sono un popolo di santi e di navigatori ma di ingegneri campeggiatori! L’unica tenda con qualche piega nel telo e la mia. Le altre sembrano perfette, addirittura sembrano dei mini appartamenti! Frequento i campeggi solo in caso di necessità, ma veramente ti fanno uscire complessato dalla passeggiata pre cena! Nel frattempo ho comperato due etti di prosciutto, ciaccino, pane ed un birrone e prima che si freddi e bene che inizi il fiero pasto. Per dolce avrò una specie di vasetto di Ovomaltina, quelli tipo la Nutella o le marmellatine degli alberghi. Lo avevo cortesemente fregato in Svizzera, senza commettere reato, visto che era una colazione a buffet. Mangiare dopo tre giorni la refurtiva svizzera è una specie di rivincita sociale, tipo Nino Manfredi in “Caffè express” quando segna l’Italia ed esulta nel bar svizzero. Peraltro di Ovomaltina tascabili ne avevo fregate due e la prima era sublime! Domani vorrei arrivare vicino a Siena, ad una settantina, ottanta chilometri per poter essere a pranzo nella mia citta. Mi manca la mia famiglia, la mia nipote Costanza (mi deve raccontare del nuovo skateboard) ed ovviamente la mia compagna Karina, oltre a tutti i miei amici. Chissà come staranno le piante di pomodori? Saranno maturi? E Michelle, il quadrupede di Karina, avrà sofferto tanto il caldo? Ecco questa è una delle domande a cui vorrei presto avere una risposta. Un abbraccio a tutti!

Ps. Come sempre non rileggo nulla, perdonatemi gli errori!

Le foto di oggi sono Lellone alla Cisa e Lellone con il gruppone di Borgomanero.
































La canzone di oggi è "Immgine” di John Lennon. L’ho canticchiata spesso oggi.


Imagine

Imagine there's no heaven
It's easy if you try
No hell below us
Above us only sky
Imagine all the people
Living for today...
Imagine there's no countries
It isn't hard to do
Nothing to kill or die for
And no religion too
Imagine all the people
Living life in peace...
You may say I'm a dreamer
But I'm not the only one
I hope someday you'll join us
And the world will be as one
Imagine no possessions
I wonder if you can
No need for greed or hunger
A brotherhood of man
Imagine all the people
Sharing all the world...
You may say I'm a dreamer
But I'm not the only one
I hope someday you'll join us
And the world will live as one
Immagina
Immagina non ci sia il Paradiso
prova, è facile
Nessun inferno sotto i piedi
Sopra di noi solo il Cielo
Immagina che la gente
viva al presente...
Immagina non ci siano paesi
non è difficile
Niente per cui uccidere e morire
e nessuna religione
Immagina che tutti
vivano la loro vita in pace...
Puoi dire che sono un sognatore
ma non sono il solo
Spero che ti unirai anche tu un giorno
e che il mondo diventi uno
Immagina un mondo senza possessi
mi chiedo se ci riesci
senza necessità di avidità o fame
La fratellanza tra gli uomini
Immagina tutta le gente
condividere il mondo intero...
Puoi dire che sono un sognatore
ma non sono il solo
Spero che ti unirai anche tu un giorno
e che il mondo diventi uno.



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