lunedì, agosto 3

Ripartenze, lasciandosi sorprendere dalla bellezza


Ancora in viaggio, anche se solo per una breve parentesi, quasi a completare un cerchio iniziato qualche anno fa, ben consapevole che i confini sono fatti di acqua e di aria, dunque nessun cerchio potrà mai chiuso. In bici sulla Francigena ancora una volta, fino a Roma, tappa che dicono essere l'ultima di questa antica via. Ho già pedalato da Losanna a Siena, ora va tessuta la tela fino a Piazza San Pietro. So che troverò un gran caldo, questa l'unica certezza, il resto dovrò improvvisarlo strada facendo. Mi mancava un poco la solitudine della bici. Quest'anno ho pedalato veramente poco e per tornare con il minimo di condizione fisica per affrontare un viaggio da solo, beh… ho faticato parecchio. La linea di demarcamento sono stati i 100 kg; arrivato a 99 (senza rotti) ho deciso di rimettermi in sella e andare. Mi manca il senso di vuoto e di contemporanea pienezza che si prova per le strade deserte, quando non passa neppure un motorino e si sentono solo i rumori della natura. 
L'ultimo viaggio portato a termine è stato il Cammino di Santiago, che per la seconda volta ho percorso lo scorso anno: l'esperienza più bella che un uomo possa immaginare di fare.
Stamani nel lasciare casa ho provato la nostalgia di sempre. Staccarsi dalla persone a cui vuoi bene, che sono parte di te, non è mai semplice, anche se solo per qualche giorno. So che avrò molto tempo per pensare, per fantasticare oppure per analizzare la realtà, più semplicemente. E' una delle cose più belle del viaggio in bici: avere tanto tempo a disposizione per pensare ed il silenzio ad accompagnare la mente, a fare da metronomo per tutto.
Viaggiare in fondo mi tiene vivo e mi dà forza, mettermi alla prova mi piace, capire quali sono i miei limiti e accettarli, senza necessariamente voler essere più forte di me stesso. So bene che sarà dura spingere i 35 chili fra bici e bagagli, ma anche questo sarà bello. Viaggerò lentissimo, anche perché i chilometri sono pochi da fare in tre giorni e rotti, più o meno 250 lungo le sterrate della Francigena. Dopo tutto di lavoro faccio l'impiegato, più o meno, certamente non l'atleta. Farò qualche giorno sui pedali, non una corsa a tappe, né una gara a tempo. Avrò modo di vedere anche i più piccoli particolari che scorreranno vicino a me, cercando di scoprire più cose possibile di questa antica via. 
Oggi sono arrivato a Radicofani dopo una giornata terribile, al limite del comico. Nel momento di massima stanchezza dopo oltre sei ore di bici, mentre vedevo la rocca di Ghino di Tacco sono stato assalito per almeno mezz'ora dai tafani. Non mi riferisco alla famiglia del mio amico Leo, ma ai terribili insetti che succhiano sangue più dell'Agenzia delle Entrate. Mi hanno talmente bucherellato che un branco di tre cani neri (in verita uno era pezzato bianco), mi hanno seguito per un chilometro per poi abbandonarmi. Forse hanno pensato che erano arrivati secondi dopo i tafani e rimaneva ben poco. La fatica oggi è stata immensa, complice anche il caldo e la mia partenza alle 13 decisamente poco intelligente. La terra di Siena è straordinaria e i panorami unici. Quelli dopo San Quirico mi hanno ricordato le mesetas lungo il Cammino di Santiago. Sono andato vicino al mio limite biologico oggi. A tre chilometri dalla meta mi sono sdraiato in un campo, sopraffatto e vinto dalla fatica. Non ce la facevo proprio più. Arrivato a Radicofani tutto è cambiato in un attimo. Un passante mi ha chiesto se cercassi un ristoro e mi ha indicato quello della Misericordia. Sono entrato pieno di dubbi, ma in un secondo sono stati spazzati via. È tenuto da quattro volontari, due coppie di marito e moglie. Ovunque simboli della Francigena e di Santiago, essendo loro della Confraternita Composteliana di Perugia. Umaa serata bellissima, che mi ha ricordato le serate tatuate nella mente lungo il Cammino in Spagna. Due ore fa ero distrutto, ora sono sereno e quasi riposato. La camera è di sei persone con letti a castello, la cena ottima, con carbonara e affettati vari. Il costo? Nulla volendo. Cena e letto sono ad offerta libera, donativo, direbbero in Spagna.
In fondo anche tutto questo è vita, esperienze, crescita, scoprire i miei limiti e accettarli, capire meglio chi sono, se possibile. Il resto si vedrà... di certo non dobbiamo mai abbatterci troppo nelle difficoltà. Qualcosa di bello potrebbe essere dietro l'angolo ad attenderci. Ci sta bene dunque una simpatica canzone del gramde Jovanotti.

Quando sarò vecchio (Jovanotti - Ora 2011)
Quando sarò vecchio, sarò vecchio
nessuno dovrà più venirmi a rompere i coglioni
Quello che avrò fatto, l'avrò fatto
vorrò soltanto stare a ricordare i giorni buoni
Molti che conosco saran morti
sepolti sopra metri di irriconoscenza
Me ne starò vecchio a ricordare
che non ho ringraziato mai a sufficienza
chi mi regalò qualche rima baciata
chi mi ha fatto stare bene una serata
chi mi ha raccontato qualche bella storia
anche se non era vera

Quando sarò vecchio, sarò vecchio
di quelli che nessuno vuole avere intorno
perché ha visto tutto e ha fatto tutto
e non sopporta quelli che ora è il loro turno
Mi rispetteranno come si rispetta
il tempo che separa lo studio dall'esame
Spero di esser sazio dei miei giorni
eviterà il mio sguardo chi c'ha ancora fame
Nella notte ascolterò disteso
la goccia inesorabile di un lavandino
che scandisce il tempo come un assassino
come un assassino
E poi magari un sabato di maggio
ad una stella chiederò un passaggio
e a tutti i prepotenti dirò ancora
“Con me voi non l'avrete vinta mai!”
E poi una domenica mattina
ancora sulla pelle il tuo profumo
a tutti i prepotenti dirò forte
Con me voi non l'avrete vinta mai!
Quando sarò vecchio, sarò vecchio
di sbagli inevitabili ne avrò fatti 200
E per quelli che io ho fatto apposta
non starò certo lì a offrir risarcimento
Se non sarò in grado quando è ora
mi va di farlo adesso che sono cosciente
prima che durezza ci separi
ringrazio tutti quanti, infinitamente
Quando sarò vecchio punto e basta
la vita che finisce mostrerà il suo culo
Con la mia pensione di soldato
si sarà consumato tutto il mio futuro
Darò del cretino a chi mi pare
dirò che tutti i libri non servono a niente
E che mille secoli di storia
non valgono un secondo vissuto veramente
con chi ha combattuto per restare vivo
con chi mi ha aiutato mentre mi arrangiavo
con chi mi ha insegnato qualche cosa che
risplende dentro di me
E poi magari un sabato di maggio
ad una stella chiederò un passaggio
e a tutti i prepotenti dirò ancora
Con me voi non l'avrete vinta mai!
E poi una domenica mattina
ancora sulla pelle il tuo profumo
a tutti i prepotenti dirò forte
Con me voi non l'avrete vinta mai!

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